Seppure nella sommarietà della cognizione propria della fase cautelare, con l’Ordinanza qui pubblicata, resa in una controversia ove una delle Parti è patrocinata dall’Avv. Massimo Carlin, il T.A.R. Veneto, Sez. I^, ha affermato che “la proroga dei termini della concessione di cui è titolare la ricorrente è stata disposta con atto meramente ricognitivo di un effetto ex lege”. La fattispecie concreta concerneva la presunta contraddittorietà tra l’atto comunale di proroga della concessione di 15 anni, con la Legge n° 145/2018 e il quasi contemporaneo provvedimento di estinzione della concessione stessa per fatti naturali. Il Tribunale ha stabilito che contraddittorietà non esiste perchè la proroga non avrebbe fatto altro che formalizzare ciò che la legge dispone. Quest’affermazione, peraltro, pare in discrasia rispetto a quanto sostenuto dallo stesso T.A. in una recente sentenza pubblicata in questo sito, ove, aderendo all’orientamento del Consiglio di Stato, il Tribunale ha sostenuto che la proroga quindicennale è frutto di una norma che contrasta con l’ordinamento comunitario e, dunque, dovrebbe disapplicarsi.