Da tempo nei propri scritti e negli interventi in sede di consulenza o in giudizio l’Avvocato Massimo Carlin sostiene che la gran parte delle regole dettate dalla normativa in materia di concessioni marittime è applicabile anche a quelle lacuali. Esiste un ampio corredo di disposizioni legislative e di fonte regolamentare sul demanio marittimo – a cominciare dal Codice della Navigazione e dal suo primo Regolamento – mentre sulla materia lacuale le norme sono assai più stringate e spesso si fa riferimento a disposizioni règie, poi abrogate dal “taglia leggi”. Negli ultimi anni, però, soprattutto nella tematica delle concessioni vi state state esplicite equiparazioni tra i titoli marittimi e quelli lacuali: basti ricordare la norma del 2012 che aveva prorogata sino al 2020 la scadenza delle concessioni in essere. Nel luglio scorso, poi, l’articolo 182 della Legge n. 77/2020 – di conversione con modificazioni del d.l. 19 maggio 2020 n. 34 – ha inserita l’espressa previsione, al comma 2, che rimangono ferme le norme di posticipazione della durata delle concessioni marittime anche per quelle lacuali e che tutti i procedimenti amministrativi che contemplino la possibile sostituzione dei concessionari non potevano essere avviati o proseguiti.
Oggi è stata emanata quest’ulteriore ed inequivocabile disposizione del primo comma dell’articolo 100 d.l. cit. con cui si dice che alle lacuali si applicano le disposizioni dell’art. 1, commi 682 e 683, della L. n. 145/2018 in base alle quali vi è la posticipazione delle durate ai quindici anni successivi all’entrata in vigore di tale ultima legge e cioè al 31 dicembre 2032. Anche le concessioni lacuali hanno, pertanto, titolo per questo prolungamento di durata come conseguenza diretta della norma di legge, stando alla quale non vi sono margini di discrezionalità per la Pubblica Amministrazione.
Torneremo ancora sul tema con articoli, pubblicazioni ed anche in sede di convegni o altre occasioni, trattandosi di materia estremamente attuale ed in continua evoluzione.