Com’è noto il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato, lo scorso 23 dicembre 2019, la Legge n° 50 avente ad oggetto “disposizioni per la regolarizzazione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità prima dell’entrata in vigore della legge 28 gennaio 1977, n. 10 <
Il Governo pochi giorni dopo la pubblicazione della Legge l’ha impugnata in via diretta di fronte alla Corte Costituzionale per manifesta incostituzionalità in quanto, per un verso, la norma consente un sostanziale “condono edilizio” che le Regioni non hanno il potere di istituire e, per altro verso, permette mediante SCIA di regolarizzare interventi edilizi anche di ampliamento e perciò qualificabili come “nuova costruzione”, che invece le disposizioni inderogabili statali contenute nel Testo Unico dell’Edilizia riservano al permesso di costruire. E’ verosimile che la questione di costituzionalità venga discussa in tempi abbastanza brevi dalla Corte, ma i precedenti sul tema inducono a pensare che difficilmente la Legge veneta potrà andare esente, almeno per certi profili, dalla valutazione di incostituzionalità.